Io sono quello che sono. Mi ci sono voluti anni per essere così. E sogni, e sbagli. Sarei potuto essere infiniti altri, io sono quello che posso. Che può non essere molto, ma non giudicate mai nessuno per ciò che non è. Al posto suo, voi sareste potuti essere meno e vedendovi, vi sareste condannati. Io sono le mie paure, che sono tante e alcune non hanno neanche un nome e sono solo un'ombra, un refolo di vento freddo, un rumore nel silenzio, una frase ripetuta nella testa. Io sono le mie speranze, sono la strada su cui cammino, sono il mio orizzonte, che non segue la curvatura della terra, ma quella meno geometrica della mia vita, dei miei pensieri, delle mie alternanti emozioni. Io sono quello che sono. E qualche volta sbatto ancora le braccia per provare a volare.


Fabio Palombo, "TrainDogs"

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